INTRODUZIONE
Il carcinoma della mammella è il tumore più frequente fra le donne: mentre la mortalità è in calo. L’incidenza è in lieve ma costante aumento, forse anche per la maggiore diffusione della diagnosi precoce.
OBIETTIVO DELLO SCREENING
L’obiettivo principale dei programmi di screening mammografico e di tutti i programmi organizzati di diagnosi precoce dei tumori della mammella è diminuire la mortalità specifica per cancro della mammella nella popolazione invitata a effettuare controlli periodici. Grazie all’anticipazione diagnostica non solo si possono ridurre i tassi di malattia diagnosticata in stadio avanzato, ma si può decisamente migliorare la qualità di vita delle pazienti, favorendo la diffusione di trattamenti di tipo conservativo.
ESAME MAMMOGRAFICO
Effettuando la mammografia ogni due anni, le donne di età compresa fra 50 e 69 anni possono ridurre del 35% il proprio rischio di morire per cancro della mammella. Un punto controverso è l’eventuale estensione del programma di screening mammografico con chiamata attiva anche alle donne di 70-74 anni e 40-49 anni, per le quali il bilancio tra vantaggi e svantaggi è meno marcato.
In base al rapporto costo-efficacia, le donne ultracinquantenni dovrebbero fare la mammografia ogni due anni, mentre nelle donne di 45-49 anni l’intervallo dovrebbe essere di 12-18 mesi.
ESAME ECOGRAFICO
Nella patologia della mammella l’ecografia affianca e completa la mammografia che costituisce l’esame di screening idoneo, consigliato da tutte le linee guida internazionali e insostituibile per una corretta diagnosi precoce.
Nella donne d’età inferiore a 30 anni, nelle quali è frequentemente riscontrabile un seno denso a prevalente svluluppo ghiandolare, l’ecografia deve essere considerata l’esame strumentale di prima istanza a completamento della visita clinica. L’ecografia può essere, infatti, in questi casi quasi sempre già dirimente e conclusiva consentendo di identificare nella maggior parte dei casi alterazioni benigne della mammella che saranno successivamente sottoposte a periodici controlli clinico strumentali.
Nelle donne tra i 30 ed i 40 anni alla presenza di dolore o di tumefazioni rilevabili all’auto-palpazione, l’ecografia si può ancora considerare l’esame di prima scelta a seguito della visita clinica necessitando lo stesso, qualora il reperto ecografico sia di alterazione benigna, di periodici controlli ecografici e RX mammografici nel follow-up della paziente.
In presenza, alla visita clinica, di una tumefazione nodulare circoscritta, l’ecografia è in grado di differenziare la natura cistica o solida della stessa risultando in ogni caso sempre opportuna un’integrazione diagnostica RX mammografica in tutti i noduli solidi, anche se ecograficamente non sospetti.
Tutti i casi dubbi o sospetti su base ecografica e/o mammografica richiedono sempre un accertamento bioptico citologico.
Nelle donne oltre i 40 anni ed ancor più in età post-menopausale la mammografia rappresenta l’esame di prima istanza nella paziente sintomatica. L’ecografia può rappresentare un valido completamento diagnostico nella differenziazione solido/liquido della formazione, nello studio delle mammelle ad elevata componente fibroghiandolare e nello studio di quelle opacità nodulari che all’indagine mammografica non presentano tutti gli aspetti semeiologici di benignità.
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